Documenti Giornata di studi DDM-GO – Firenze 18 marzo 2016

1) Documento base introduttivo ai lavori                                                      

2) Relazione introduttiva (a cura di Roberto Neulichedl)

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Documento introduttivo alla Giornata di studi – DDM-GO:

Riflessioni e proposte sulle Deleghe previste dalla Legge 107/2015

(comma 181 lett. g e lett. b)

a cura del DDM-GO (Docenti di Didattica della musica – Gruppo Operativo)

La Legge 107/2015 si pone l’ambizioso obiettivo di “realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica”, nonché di promuovere “pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini”.
In questo quadro, due sono i piani di intervento che ­ mediante lo strumento della delega ­ interessano e investono in particolare i Dipartimenti di Didattica della Musica dei Conservatori:

1) il “riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria” (comma 181 lett. b);

2) la “promozione e diffusione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e della produzione culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici e sostegno della creatività connessa alla sfera estetica” (comma 181, lett. g).

1. Formazione iniziale e accesso all’insegnamento: i Dipartimenti di Didattica della musica “virtuosi” del transitorio

Questa delega interessa direttamente i Dipartimenti di Didattica della Musica, che da oltre 40 anni ­ e attraverso differenti fasi e sistemi ­ hanno svolto un ruolo fondamentale nella formazione dei docenti di discipline musicali.  Da almeno 18 anni, in particolare, il sistema dell’AFAM è stato posto in costante fibrillazione assieme a tutto il sistema scolastico e tale fibrillazione ha investito in pieno soprattutto i nostri Dipartimenti, poiché le varie riforme del sistema scolastico – più o meno compiute – hanno rimodellato a più riprese il sistema della formazione iniziale, delle abilitazioni e quindi del reclutamento.

In questi progressivi rimodellamenti, forse per i nostri numeri ridotti, siamo stati spesso totalmente “dimenticati” dal legislatore e per questo dal 2002 ci siamo organizzati come gruppo di coordinamento dei Dipartimenti di didattica della musica (v. scheda allegata), con lo scopo di farci ascoltare in ogni sede, di applicare al meglio i repentini cambiamenti normativi adattandoci alle diverse fasi transitorie, di offrire contributi ad una riprogettazione efficace del sistema di formazione iniziale degli insegnanti

Crediamo dunque che tali competenze sulla formazione iniziale degli insegnanti e sulla gestione del transitorio possano offrire un contributo utile al fine di affrontare per tempo le possibili criticità connesse alle prospettive aperte dalla legge 107/2015, con riferimento particolare al sempre delicato momento di transizione tra vecchio e nuovo sistema.

Premesso che la materia risulta molto complessa – in quanto deve considerare il rapporto venutosi a instaurare nel tempo tra tre momenti: quello della formazione iniziale, dell’abilitazione e, infine, dell’accesso all’insegnamento – elencheremo schematicamente i punti principali di attenzione.

A)     Competenze in entrata (punto 2 della Delega)

I principi delineati dalla Delega prevedono che l’accesso al concorso avvenga mediante il “possesso di un diploma di laurea magistrale o di un diploma accademico di secondo livello per le discipline artistiche e musicali, coerente con la classe disciplinare di concorso” (comma 181, lett. b, punto 2) e che tale accesso avvenga, comunque, “anche in base al numero di crediti formativi universitari acquisiti nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e in quelle concernenti le metodologie e le tecnologie didattiche, comunque con il limite minimo di ventiquattro crediti conseguibili sia come crediti curricolari che come crediti aggiuntivi”.

A tal proposito si segnala l’esigenza di:

  • valorizzare nei punteggi in ingresso i diplomi di II livello a indirizzo didattico (vedi bienni attivati sulla base dell’art. 9 del DM 249/2010);
  • chiarire la natura dei 24 crediti (minimi) necessari per accedere al concorso e le modalità per la loro acquisizione anche per coloro che risultino già diplomati; quindi
    • verificare se possono essere maturati nell’arco dei 300 CFA/CFU (ossia i 180+120, secondo l’ECTS) oppure solo ed esclusivamente nel II livello;
    • nel caso di 24 “crediti aggiuntivi”, specificare le possibili modalità di acquisizione e certificazione degli stessi (che potrebbe avvenire sia all’interno del diploma supplement [1], sia tramite appositi master o corsi progettati a tale scopo);
  • assegnare un adeguato rilievo fra i 24 crediti (minimi) alle competenze didattico-disciplinari, cerniera indispensabile non solo fra competenze disciplinari e antropo-psico-pedagogiche (contrapposte o semplicemente affiancate nei Piani di studio delle SSIS e dei TFA), ma anche fra la padronanza di teorie e modelli psico-pedagogici e metodologici e la concreta azione didattica in relazione ai contenuti disciplinari; in questo campo i Dipartimenti di Didattica della musica – probabilmente unico esempio in Italia di Dipartimenti specializzati sulle didattiche disciplinari sia nel mondo universitario che nell’AFAM – possono documentare un ricchissimo patrimonio di esperienze e di buone pratiche. Fra l’altro tali competenze costituiscono una base indispensabile per un’adeguata preparazione al Concorso a cattedre.
  1. B.     Corso annuale per il conseguimento del Diploma di specializzazione per l’insegnamento secondario (punto 3 della Delega)

In base alle esperienze pregresse (SSIS, Bienni abilitanti DM 137/2007, Bienni a indirizzo didattico + successivo TFA DM 249/2010) si richiama l’attenzione sui seguenti punti:

  • chiarire se l’anno di formazione vedrà affiancate le didattiche disciplinari al tirocinio (specificando il ruolo fondamentale della Scuola e delle sue figure, quali tutor ecc.);
    • preservare la dimensione laboratoriale e riflessiva della formazione didattica;
    • studiare come riconoscere crediti (in tutto o in parte) dell’anno di specializzazione a coloro che abbiano già svolto un TFA o risultino comunque in possesso di un’abilitazione
    • evitare che si crei un’ambiguità fra “specializzazione” e “abilitazione”, ambiguità che produrrebbe il perpetuarsi di sanatorie e contenziosi.
  1. C.     Fase transitoria (punto 5 della Delega)

Va verificato in che misura possano continuare ad essere applicati gli artt. 9 e 10 del DM 249/2010, in considerazione del fatto che per la sola classe di concorso A077 (Strumento musicale) sono stati attivati due cicli dello specifico biennio a indirizzo didattico per l’accesso al successivo TFA ordinario. Per tutte le altre classi di concorso, invece, sono stati attivati esclusivamente i TFA in regime transitorio previsti dall’art. 15. Quindi:

  • quali percorsi si potranno e dovranno prevedere nei prossimi anni per coloro che, legittimamente, intendono continuare a conseguire un’abilitazione, tenendo conto fra l’altro che “A decorrere dall’anno scolastico 2016-17, l’inserimento nelle graduatorie di circolo e d’istituto può avvenire esclusivamente a seguito del titolo di abilitazione” (Art. 1 c. 107)?
    • in che modo l’acquisizione di ulteriori abilitazioni varrà in prospettiva?

Nella fase transitoria riterremmo risolutiva una “liberalizzazione” dell’accesso ai percorsi abilitanti, in considerazione del fatto che:

  • l’accesso al TFA risulta attualmente subordinato a un numero programmato, spesso non realistico rispetto alle cattedre disponibili, che crea errate aspettative e contenziosi anche rispetto alle molteplici procedure concorsuali e di selezione;
    • l’abilitazione all’insegnamento costituisce una “patente” attestante competenze didattiche spendibili in tutta Europa, anche in numerosi settori formativi non statali.

Tale liberalizzazione sarebbe in linea con il nuovo sistema prefigurato dalla 107, in cui il numero di cattedre disponibili è definito unicamente in sede di concorso e che giustamente già prevede la possibilità di “abilitare” (o comunque “specializzare”) personale oltre il fabbisogno della scuola statale (vedi possibilità che il “conseguimento del diploma di specializzazione di cui al numero 3.1) costituisca il titolo necessario per l’insegnamento nelle scuole paritarie”, art. 1 c. 181 lett. b punto 8).

2. I Dipartimenti di Didattica della musica come catalizzatori nel potenziamento della formazione artistica

Negli ultimi decenni la formazione nel campo della musica e delle arti ha conosciuto in Italia una crescita quantitativa e qualitativa molto rilevante, ma tale crescita, con i relativi risultati in termini di diffusione di base della formazione musicale, è dovuta più a iniziative autonome delle singole istituzioni, dei territori e delle realtà formative di base piuttosto che a un disegno organico di potenziamento e organizzazione.

Segnaliamo a questo proposito tre esempi di fenomeni rilevanti sul piano formativo ma che necessitano di essere ricondotti a sistema:

  • la massiccia presenza nelle scuole dell’infanzia e primarie di “esperti didattico-musicali” esterni che, pur in presenza di Indicazioni Nazionali che prevedono l’insegnamento della musica all’interno del curricolo, suppliscono alle carenze formative dei docenti interni;
  • la diffusione capillare di associazioni e scuole di musica private e pubbliche sul territorio, pur in mancanza di un quadro normativo di riferimento;
  • la sovrapposizione, nel segmento che precede l’Alta Formazione Artistica e Musicale, di ambiti formativi diversi: SMIM, Licei musicali, corsi pre-accademici di Conservatori e ISSM.

Come Dipartimenti di Didattica della musica ci sentiamo direttamente coinvolti nei processi di potenziamento e messa a sistema dei suddetti fenomeni, in quanto essi toccano aspetti che hanno costituito tratto qualificante della nostra azione sin dalla nostra nascita come Scuole di Didattica della Musica. I nostri Dipartimenti, infatti, hanno avuto un ruolo decisivo nel raccordo con il territorio, nella sperimentazione allargata a ogni segmento formativo, nella costante ricerca e innovazione didattica, nella formazione in servizio e ricorrente, nella progettazione e riprogettazione didattica e sistemica. Tra l’altro rilasciamo da anni Diplomi Accademici di I livello in Didattica della musica specificamente rivolti alla formazione di operatori nella fascia di età 0-10 anni. Riteniamo quindi, nella nostra posizione al confine fra mondo dell’AFAM e mondo della formazione musicale di base, di poter dare un contributo fattivo sia nella progettazione di architetture formative che favoriscano la messa a sistema di questa filiera formativa, sia nella realizzazione di iniziative di raccordo e di formazione didattico-musicale che possano favorire una qualificazione degli operatori che agiscono all’interno di tale filiera.

In particolare ci rendiamo disponibili a collaborare nella direzione di:

  • definire uno standard di competenze didattico-musicali necessarie per intervenire come esperti esterni nella scuola dell’infanzia e della scuola primaria e progettare/gestire, anche in collaborazione con agenzie formative del territorio, percorsi finalizzati alla costruzione di tali competenze;
  • riqualificare attraverso una formazione in servizio le competenze didattico-musicali dei docenti interni della scuola dell’infanzia e primaria con specifici titoli musicali e dei docenti della secondaria superiore che si trovano ad insegnare nella scuola primaria (v. Legge 107); in questo campo abbiamo ripetutamente collaborato con il MIUR a progetti di formazione (Millecori, corsi DM8/11)
  • formare docenti di musica e di strumento per il settore amatoriale e per l’educazione permanente (v. proposta di liberalizzazione dei bienni al punto 1)
  • formare figure di sistema (coordinatori, formatori, ecc.) che possano promuovere progetti di rete.

Formuliamo quindi le seguenti proposte:

  • attivazione nei Conservatori sedi di Dipartimenti di Didattica di gruppi di lavoro con funzioni di progettazione, coordinamento, consulenza e documentazione relativi alle attività formative musicali del territorio e all’educazione permanente;
  • attivazione di Dottorati di ricerca per l’approfondimento di tematiche relative alla progettazione educativa, al rapporto con altri linguaggi artistici, alle sinergie tra linguaggi artistici e nuove tecnologie, anche in previsione dell’avvio di poli a orientamento artistico e performativo;
  • creazione di un gruppo di lavoro per la definizione di standard formativi in campo didattico-musicale che, armonizzando il Piano nazionale di formazione di cui al comma 124 (e richiamato, per la musica al comma 20) e  la proposta di legge AC 2656 “Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista”, qualifichino le figure specialistiche del docente di musica per la scuola primaria e dell’educatore/atelierista per la scuola dell’infanzia, in modo da validare le competenze possedute dai docenti già in servizio e progettare specifici corsi di specializzazione post laurea per i nuovi docenti;
  • istituzione in collaborazione con INDIRE di un Centro Nazionale di Documentazione, Ricerca e Innovazione della Didattica Musicale che faccia capo ai Dipartimenti di Didattica della Musica presso i Conservatori.
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