Finnish Lessons

 

Segnalo dalla Finlandia (ma è in lingua Inglese) questa recente pubblicazione.
Il sito: http://www.finnishlessons.com

Non è mia intenzione recensirla in questa sede.Penso però che possa essere un utile spunto di riflessione che parte da alcune politiche educative musicali proprie dei paesi di area scandinava, che negli ultimi anni hanno prestato molta attenzione ad alcune scelte operative nel settore educativo musicale, verificandole costantemente.

In quei paesi, di cui ho avuto modo di studiare e vivere da vicino i sistemi di educazione musicale nei vari livelli, c’è molta attenzione alle ricadute, anche sociali, che lo studio della musica può avere.

Le ricerche, anche di specifici settori della Didattica, sono attuate e spesso finanziate.
C’è anche un continuo monitoraggio di quanto succede (anche perchè i numeri sono più piccoli e l’organizzazione generale permette di verificare i dati meglio e prima che da noi) e non mancano, da parte dei docenti e dei Dipartimenti stessi, studi di settore che permettono di correggere, anche in corsa, talune scelte operative o quanto meno, di segnalarne i punti critici.
Certamente  i problemi di natura economica per la scuola e la cultura esistono anche in quei paesi, ma non con il “picco” che si rileva spesso in Italia. Parlando con i colleghi si viene a capire che anche lì talvolta alcune soluzioni sono dettate dalla mente amministrativo-contabile delle casse dello stato, piuttosto che dal buon senso dei docenti o dalla proiezione dei benefici a medio e lungo termine per lo studente.
Però tale fenomeno viene circoscritto da tre fattori importanti, molto presenti in quei paesi:

1) la continua discussione/riflessione in ambito metodologico/didattico tra gli “addetti ai lavori” con l’organizzazione di conseguenti interventi o richieste, più culturali che sindacal – corporative, presentate, con motivazione scientifica e “dati alla mano”, alla classe politica; (Va detto però che il clima è comunque di un sistema educativo più rodato, più sereno e funzionale, in cui la responsabilità delle scelte non rimane mai anonima per la classe scientifica! Inoltre, la circolazione delle informazioni e la rete di comunicazione nella comunità scientifica dei docenti e ricercatori  è molto evoluta ed  agevola quindi tale abitudine alla riflessione critica e lo scambio di idee ed esperienze).
2) un’attenzione dei decisori politici alle scelte di funzionamento adottate rispetto a ricadute e proiezioni a medio e lungo termine.
3) la presenza di attività di ricerca scientifica nel settore della Didattica , spesso incrociata in maniera interdisciplinare con altri settori.
Tale ultimo punto mantiene “vivo” il settore, garantendo un continuo scambio di informazioni, unito a proiezioni a medio e lungo termine rispetto alle scelte adottate e riflessioni metodologiche di cui l’apparato “critico” dei docenti e la scuola in genere non può altro che giovarsi, tramite confronti, aggiornamenti, sperimentazione.

Ci arriveremo anche in Italia, con un po’ di pazienza e di tenacia.

Francesco Mario Possenti

Docente Conservatorio di Musica  ” Ottorino Respighi” di Latina

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