Bienni abilitanti e sbocchi lavorativi

Di recente mi sono giunte a più riprese notizie di immissioni in ruolo di studenti che avevano frequentato i due cicli di Bienni abilitanti attivati dal Conservatorio di Perugia grazie al DM 137/07, rispettivamente nel 2007-2008 e nel 2009-2010. Ho pensato quindi di fare una piccola indagine per stabilire quanti di loro stessero lavorando, e in particolare quanti di loro avessero ottenuto nellʼanno scolastico in corso supplenze temporanee o annuali e quanti fossero entrati di ruolo nella scuola media inferiore. Lo scopo era evidentemente quello di verificare se la formazione svolta nei bienni abilitanti – spesso con grande sacrificio e impegno – avesse consentito loro di ottenere un posto di lavoro e se questo fosse coerente con la formazione stessa, ad esempio se chi aveva ottenuto lʼabilitazione per la A032 insegnasse Musica nella scuola media e chi lʼaveva conseguita per la A077 insegnasse Strumento musicale nella scuola media a indirizzo musicale (di seguito SMIM).
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Finnish Lessons

 

Segnalo dalla Finlandia (ma è in lingua Inglese) questa recente pubblicazione.
Il sito: http://www.finnishlessons.com

Non è mia intenzione recensirla in questa sede.Penso però che possa essere un utile spunto di riflessione che parte da alcune politiche educative musicali proprie dei paesi di area scandinava, che negli ultimi anni hanno prestato molta attenzione ad alcune scelte operative nel settore educativo musicale, verificandole costantemente.

In quei paesi, di cui ho avuto modo di studiare e vivere da vicino i sistemi di educazione musicale nei vari livelli, c’è molta attenzione alle ricadute, anche sociali, che lo studio della musica può avere.

Le ricerche, anche di specifici settori della Didattica, sono attuate e spesso finanziate.
C’è anche un continuo monitoraggio di quanto succede (anche perchè i numeri sono più piccoli e l’organizzazione generale permette di verificare i dati meglio e prima che da noi) e non mancano, da parte dei docenti e dei Dipartimenti stessi, studi di settore che permettono di correggere, anche in corsa, talune scelte operative o quanto meno, di segnalarne i punti critici.
Certamente  i problemi di natura economica per la scuola e la cultura esistono anche in quei paesi, ma non con il “picco” che si rileva spesso in Italia. Parlando con i colleghi si viene a capire che anche lì talvolta alcune soluzioni sono dettate dalla mente amministrativo-contabile delle casse dello stato, piuttosto che dal buon senso dei docenti o dalla proiezione dei benefici a medio e lungo termine per lo studente.
Però tale fenomeno viene circoscritto da tre fattori importanti, molto presenti in quei paesi:

1) la continua discussione/riflessione in ambito metodologico/didattico tra gli “addetti ai lavori” con l’organizzazione di conseguenti interventi o richieste, più culturali che sindacal – corporative, presentate, con motivazione scientifica e “dati alla mano”, alla classe politica; (Va detto però che il clima è comunque di un sistema educativo più rodato, più sereno e funzionale, in cui la responsabilità delle scelte non rimane mai anonima per la classe scientifica! Inoltre, la circolazione delle informazioni e la rete di comunicazione nella comunità scientifica dei docenti e ricercatori  è molto evoluta ed  agevola quindi tale abitudine alla riflessione critica e lo scambio di idee ed esperienze).
2) un’attenzione dei decisori politici alle scelte di funzionamento adottate rispetto a ricadute e proiezioni a medio e lungo termine.
3) la presenza di attività di ricerca scientifica nel settore della Didattica , spesso incrociata in maniera interdisciplinare con altri settori.
Tale ultimo punto mantiene “vivo” il settore, garantendo un continuo scambio di informazioni, unito a proiezioni a medio e lungo termine rispetto alle scelte adottate e riflessioni metodologiche di cui l’apparato “critico” dei docenti e la scuola in genere non può altro che giovarsi, tramite confronti, aggiornamenti, sperimentazione.

Ci arriveremo anche in Italia, con un po’ di pazienza e di tenacia.

Francesco Mario Possenti

Docente Conservatorio di Musica  ” Ottorino Respighi” di Latina

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Alla Conferenza dei Direttori dei Conservatori di musica

Gent.mi Direttori,
con la presente intendiamo sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni in merito al ruolo dei Dipartimenti di Didattica all’interno dei Conservatori di Musica.
La formazione pedagogica del musicista si esplica in ogni espressione della sua attività professionale: dall’insegnamento alla progettazione e realizzazione di performance rivolte alla fruizione da parte di un pubblico variegato per contesti, età, cultura ecc. La presenza di un pubblico attento e culturalmente aperto e sensibile è il risultato di una educazione musicale capillare e qualificata, che muove i suoi passi fin dai primi momenti di scolarizzazione.
I Dipartimenti di Didattica dei Conservatori di Musica possono e devono essere impegnati in questa duplice missione educativa: completare, attraverso l’apporto pedagogico, il quadro delle competenze indispensabili a tutti i musicisti e favorire una professionalità docente, attraverso la formazione iniziale e l’aggiornamento degli insegnanti già in servizio nella scuola, che possa garantire lo sviluppo diffuso di una competenza e cultura musicale di base adeguata, senza la quale non avrà più senso la stessa professione di musicista.
In sintesi essi rappresentano:
• indispensabili strumenti di raccordo e di interazione con le altre istituzioni formative del territorio (scuole primarie, SMIM, Licei musicali, Università, USR ecc.) che contribuiscono a diffondere l’idea della pratica strumentale e della cultura musicale, aumentare l’interesse nei confronti della musica e, di conseguenza, anche il numero di coloro che sono interessati a studiarla;
• centri propulsori della ricerca in campo didattico, sia all’esterno che all’interno del
settore AFAM;
• il luogo deputato alla formazione iniziale degli insegnanti di discipline musicali all’interno del sistema generale della formazione degli insegnanti previsto dal DM 249/10.
La richiesta è dunque quella di valorizzare al massimo tutte le potenzialità dei Dipartimenti di Didattica delle vostre istituzioni, ampliando l’offerta formativa e garantendo un avvio regolare e cadenzato dei Bienni a indirizzo didattico previsti dal DM 249/10, in analogia con quanto sta avvenendo nell’Università.
La sottovalutazione di questo impegno potrebbe depotenziare il ruolo paritario con l’Università che l’AFAM ha assunto nel sistema di formazione degli insegnanti. Uno dei rischi più evidenti è che – in seguito alla mancata tutela del patrimonio formativo rappresentato per tutti i settori dell’AFAM dai Dipartimenti di didattica – la formazione degli insegnanti di strumento per la SMIM (classe A077), che ha garantito sbocchi professionali stabili e qualificati a molti studenti, cessi di essere prerogativa esclusiva dei Conservatori.
29/10/2012 DDM-GO (Docenti Didattica della Musica – Gruppo Operativo http://sites.google.com/site/ddmgo1/)
LA SEGRETERIA
Anna Maria Freschi
Stefano Lorenzetti
Roberto Neulichedl
Francesco Mario Possenti

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Da Bologna a Pesaro: il declino della didattica?

Il Comitato nazionale dei docenti AFAM inseriti nelle graduatorie nazionali ex lege 143/04 (CONAFAM143) riceve numerose segnalazioni circa l’ennesima insidia che appare all’orizzonte del nuovo anno accademico. Tale insidia è rappresentata dalla “sparizione” di ulteriori cattedre – dopo quelle congelate nell’indifferenza istituzionale e sindacale – che le istituzioni intendono “gestire” come vogliono. In materia di “reclutamento” i Consigli Accademici, seppur dotati di autonomia didattica, non possono “legiferare” e devono assolutamente attenersi alle disposizioni ministeriali.

Ho scritto al Ministro e, per conoscenza, ai vari uffici ministeriali competenti, una mail per segnalare il caso delle cattedre di Pedagogia Musicale (cattedre attive in organico, libere da titolarità di ruolo e istituzionalmente libere) dei Conservatori di Bologna e Pesaro che rischiano di “sparire” per effetto di dubbie decisioni dei Consigli Accademici. L’anarchia istituzionale che offusca la legalità danneggia tutti: docenti di ruolo che pian piano vedono privarsi di spazi professionali e docenti precari, precari “storici” che da un ventennio lavorano con continuità su cattedre libere e disponibili, che vengono privati del posto di lavoro da “manovre anarchiche” delle Istituzioni che bypassano ormai ogni regola!

Questo il testo inviato:

“Ill.mo Ministro Profumo,

Le chiedo un Suo intervento immediato in merito alla gestione delle cattedre in organico all’AFAM libere e disponibili ed in attesa di essere assegnate, con contratto a tempo determinato, in via prioritaria ai docenti inseriti nelle GaE, in subordine ai docenti inseriti nelle GN ex-lege 143/04 e, in subordine ancora, ai docenti inseriti nelle graduatorie di istituto.

In particolare viene segnalato il caso del Conservatorio di Bologna il cui Consiglio Accademico avrebbe recentemente deciso di non rendere disponibile la cattedra di Pedagogia Musicale (cattedra in organico, libera da titolarità “di ruolo” e regolarmente funzionante) per i contratti a tempo determinato optando per una assegnazione parziale delle ore a docenti individuati dall’istituzione.

Tale decisione appare non solo al di fuori della legalità definita dalle regole istituzionali per il reclutamento, ma lede in modo significativo il diritto dei docenti precari, inseriti nelle graduatorie nazionali e di istituto, ad ottenere un incarico annuale di insegnamento.

Un situazione analoga, sempre in riferimento alla cattedra di Pedagogia Musicale, ci viene segnalata al Conservatorio di Musica di Pesaro dove addirittura sembra che il Consiglio Accademico intenda stipulare, sulla cattedra in organico libera e disponibile,  un contratto di diritto privato con l’ex docente titolare appena andato in pensione.

Altri colleghi, di discipline diverse, segnalano un gran numero di situazioni simili.

Si intende in questa sede ribadire che le norme sul reclutamento dei docenti sono definite dal Ministero ed i Consigli Accademici, seppur dotati di autonomia didattica, devono attenersi a tali norme.

Le chiedo dunque di intervenire con vigore presso la Direzione generale AFAM affinché comunichi con chiarezza l’elenco delle cattedre in organico attive libere e disponibili per la stipula dei contratti a tempo determinato e richiami al rispetto delle norme ministeriali tutte le Istituzioni.

Entro la fine del mese di giugno 2012, il Ministero ha chiesto alle Istituzioni di segnalare eventuali modifiche all’organico. Sono state “permesse” quasi 170 conversioni di cattedra effettuate senza che la Direzione Generale AFAM indicasse dei “criteri” oggettivi per operare tali conversioni. Questa “operazione” incontrollata ha già sottratto posti di lavoro al precariato “storico” dell’AFAM.

Ora, nella latitanza anche delle organizzazioni sindacali, non permetteremo una nuova “sottrazione” dei posti di lavoro e ci stiamo organizzando per intraprendere, eventualmente, una azione collettiva di denuncia presso le sedi competenti.

Cordialmente.

Pietro Diambrini”

Ho inviato questa mail ai seguenti indirizzi:

francesco.profumo@miur.it, francesco.profumo@polito.it, segreteria.particolare.ministro@istruzione.it, l.fiorentino@istruzione.it, s.bono@istruzione.it, giorgiobruno.civello@miur.it, laura.pocci@miur.it, segreteria.cdg@istruzione.it, e.ugolini@istruzione.it, segreteria.ugolini@istruzione.it

Altri colleghi, precari e non, stanno “personalizzando” ed inviando la stessa mail.

Pietro Diambrini

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Triennio di Didattica della musica: l’apprendimento musicale attraverso la Metodologia Orff-Schulwerk.

Il Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria propone, all’interno della propria offerta formativa per l’anno accademico 2012/2013, il Triennio di Didattica della musica: l’apprendimento musicale attraverso la Metodologia Orff-Schulwerk.

Il Titolo di studio rilasciato è un Diploma Accademico di I Livello. L’intero piano degli studi del Triennio è consultabile sul sito del Conservatorio.

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla prof.ssa Patrizia Buzzoni (e-mail: pbuzzoni@email.it ) o al prof. Roberto Gottipavero (e-mail: r.gottipavero@teletu.it).

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La formazione iniziale degli insegnanti

Le nuove regole per la formazione iniziale degli insegnanti di ogni ordine e grado di scuola sono definite dal DM 249/2010 “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado”, e successivi provvedimenti.

E’ importante tenere presente che, ai sensi del DM 249/2010, anche i nuovi bienni a indirizzo didattico dei Conservatori non sono abilitanti. Danno invece accesso ai TFA a regime (esattamente come per le università) che, quello sì, è abilitante.

Art. 9

Formazione degli insegnanti di materie artistiche, musicali e coreutiche della scuola secondaria di primo e di secondo grado.

1. I percorsi formativi per l’insegnamento di materie artistiche, musicali e coreutiche nella scuola secondaria di primo e di secondo grado comprendono:

a) il conseguimento del diploma accademico di II livello ad indirizzo didattico a numero programmato e con prova di accesso al relativo corso;

b) lo svolgimento del tirocinio formativo attivo comprensivo dell’esame con valore abilitante, disciplinati dall’articolo 10.

2. Le tabelle 8, 9 e 10 allegate al presente decreto individuano per ciascuna delle classi di abilitazione ivi indicate e previste dal decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca 26 marzo 2009, n. 37:

a) i requisiti per l’accesso alla prova di cui al comma 1, lettera a);

b) i corsi accademici biennali necessari per accedere al tirocinio annuale di cui al comma 1, lettera b).

Alcune informazioni diffuse da varie sedi stanno creando confusione e derivano dal fatto che il TFA che partirà ora nelle Università avviene in regime transitorio (art. 15, “Norme transitorie e finali”) il quale non riguarda i Conservatori.

Sul TFA cfr. la normativa sul sito del MIUR.

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Breve excursus sulle Scuole di Didattica della Musica

Per un breve exursus sulle Scuole di didattica rimando a un estratto da Mario Piatti, Musica: animazione-educazione-formazione. Quasi un’autobiografia, FrancoAngeli, Milano, 2012.

Vedi file pdf >>>: Excursus sulle Scuole di Didattica della musica

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